15 Lug Pavia: il ponte del diavolo

Il ponte di Pavia oggi
Ogni città, come da consuetudine, ha il suo simbolo, il suo monumento, il suo teatro che in qualche modo ne rappresenta l’arte, la cultura e il prestigio. Nel caso di Pavia, come non citare il ponte coperto, anche chiamato dai cittadini “ponte del diavolo” che, con i suoi 200 metri di lunghezza collega il centro storico di Pavia a Borgo Ticino, un quartiere caratteristico situato lungo l’argine del fiume.

Il ponte coperto oggi
Oggi il ponte si compone di cinque arcate ed ‘è completamente coperto, con due portali alle estremità e una piccola cappella religiosa al centro.
Attraversando il fiume, subito a sinistra troverete via Milazzo, una via pittoresca piena di casette colorate dove un temo abitavano le lavandaie che per l’appunto si recavano al fiume per lavare i panni.
A tal proposito è stata posta, in loro memoria, una statua di bronzo chiamata statua della lavandaia.
Storia: dal vecchio al nuovo ponte del diavolo
Dal punto di vista storico bisogna fare qualche passo indietro a quando Pavia si chiamava Ticinum, prendendo il nome dal fiume che l’attraversa.
Nel XIV secolo infatti, sui resti di un altro ponte che era stato precedentemente edificato in epoca dell’ imperatore Augusto ne venne costruito uno nuovo, terminato nel 1354.
Quest’ultimo, su progetto di Giovanni da Ferrara e di Jacopo da Cozzo, era coperto, dotato di dieci arcate irregolari e di due torri poste alle estremità, che servivano per la difesa militare.
L’aspetto di questa nuova struttura è visibile negli affreschi di Bernardino Lanzani (1525/26 circa) all’interno della chiesa di San Teodoro.

Il ponte nel 1944
La quiete dopo la tempesta
Purtroppo, a causa dei bombardamenti delle forze alleate durante la Seconda guerra mondiale, nel settembre 1944 l’antico ponte trecentesco venne pesantemente danneggiato e un’arcata crollò.
Alla fine del conflitto si svolse un’acceso dibattito sull’opportunità di ripristinare il vecchio ponte o di demolirlo. Per timore di crolli che avrebbero potuto far straripare il Ticino, nel febbraio 1948, il Ministero dei lavori pubblici fece demolire con la dinamite l’antico manufatto. Nel 1949 iniziò così la costruzione del nuovo ponte, inaugurato nel 1951.
Naturalmente sono state apportate diverse modifiche rispetto al progetto originale per migliorarne la viabilità e facilitare al contempo lo scorrimento delle acque del fiume. Proprio in memoria di quanto avvenuto in passato, sul portale d’ingresso dalla parte della città un’epigrafe cita:
“Sull’antico varco del ceruleo Ticino, ad immagine del vetusto Ponte Coperto, demolito dalla furia della guerra, la Repubblica Italiana riedificò”.
Perché ponte del diavolo?
Leggenda narra che la notte di Natale dell’anno 999, un gruppo di pellegrini appena giunto a Pavia decise di attraversare il Ticino per recarsi alla messa di mezzanotte.
Un sistema di traghetti permetteva il passaggio alla riva opposta del fiume, ma a causa del buio e della nebbia fitta l’attesa risultava molto lunga e il tutto molto difficoltoso.
Fu a questo punto che comparve uno strano individuo vestito di rosso che, indicando un punto sul fiume fece comparire un ponte che sembrava fatto della stessa sostanza della nebbia; a quel punto l’uomo misterioso affermò: “chiunque potrà attraversare il fiume, a patto che l’anima del primo che passerà il ponte sarà mia!” Era chiaro si trattasse del diavolo in persona.
L’avvento del salvatore
Risolvere il problema di passare il Ticino grazie ad un solido ponte era il desiderio di tutti, ma ovviamente nessuno voleva sacrificarsi alla volontà del Diavolo.
Accorse allora l’Arcangelo Gabriele che propose al Diavolo d’iniziare a costruire il ponte, nel frattempo la popolazione avrebbe deciso chi dovesse passare per primo.
Il Diavolo accettò e dopo aver costruito il Ponte si mise sul pilone centrale ad aspettare il premio, ma l’Arcangelo Michele anziché far passare per primo un uomo decise di far passare un caprone. Il diavolo era stato ingannato ma ormai aveva costruito il ponte.
A quel punto Lucifero, preso dall’ira, scatenò un violento nubifragio; vento, pioggia, fulmini e saette s’abbatterono sul ponte ma non poterono distruggerlo vista la saldezza delle colonne di pietra. Affinché il Diavolo non tornasse mai più, i cittadini costruirono una chiesetta in mezzo al ponte, in onore di San Giovanni Nepomuceno, protettore delle alluvioni e delle persone in pericolo di annegamento.
Durante i giorni di fitta nebbia, ancora oggi, il ponte ha un effetto molto suggestivo, perché sembra essere fatto veramente di nebbia. Lo potete vedere anche voi proprio così come lo videro i fedeli quella notte.
Alcune curiosità sul ponte del diavolo
- Nella parte centrale del ponte, possiamo notare una targa dedicata allo scienziato Albert Einstein in occasione del 50° anniversario della sua morte. La targa è stata posta nel 2005, e recita: An die schöne Brücke in Pavia habe ich oft gedacht (“Ho spesso pensato a quel bel ponte di Pavia”).
- Pavia ha un legame molto forte con il suo fiume. Infatti, il Ponte Coperto ed il Borgo Ticino ospitano ogni anno uno degli eventi più caratteristici della città: il Palio del Ticino, in cui si effettuano rievocazioni storiche, sfilate in costume e competizioni, tra cui la gara di tiro con l’arco e la gara dei barcè (le tipiche imbarcazioni del Ticino). Il palio vi aspetta a Pavia nel mese di giugno.
- Sui numerosi “balconcini” del Ponte Coperto, ci sono molti lucchetti che simboleggiano le storie d’amore degli innamorati. Una chicca romantica per un ponte storico!
- Alberto Luttuada ha immortalato il ponte in una celebre scena del film Il cappotto.
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